Il PNRR: investimenti strutturali senza una prospettiva condivisa?
Circolo PD Parioli, 22 gennaio 2024

L’incontro si è aperto con un’introduzione di Lucio Contardi sulle ragioni che hanno indotto l’Europa, dopo la crisi economica, sociale e sanitaria del COVID19, ad attivare il programma Next Generation EU (NGEU), nel quale il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) italiano costituisce il maggiore impegno finanziario, dove si sono evidenziate due principali criticità:
1) le storiche difficoltà della Pubblica Amministrazione italiana ad impegnare le risorse europee;
2) l’alternanza nella cabina di regia nazionale di diversi esecutivi (Conte2, Draghi e Meloni) con visioni differenti del quadro di obiettivi condivisi a livello europeo.

Il primo relatore, l’economista prof. Marco Leonardi dell’Università Statale di Milano, evidenzia che il PNRR ed il NGEU costituiscono il più importante progetto di investimenti e riforme da quando esiste l’Unione Europea. Il PNRR è passato attraverso un rischioso processo di modifica voluto dal governo attuale ma, pur con qualche ritardo, è comunque stato approvato nella nuova versione.

Sottolinea quindi il punto più originale del PNRR, che segna una rivoluzione nel rapporto tra l’Europa e gli Stati nazionali: dopo oltre 15 anni che l’Italia chiedeva gli eurobond, oggi il NGEU impegna investimenti a fondo perduto finanziati con il debito comune europeo. Questo meccanismo è tanto più utile all’Italia, quanto maggiore è la differenza tra gli interessi sul debito nazionale e quelli sul debito europeo.

Ritiene inoltre che il finanziamento degli investimenti con debito comune sia necessario anche per finanziare le sempre più urgenti politiche di coesione europea: la difesa comune, l’immigrazione, la politica industriale. Su questi temi non sono sufficienti risposte a livello nazionale, ma servono un coordinamento europeo e fondi comuni. Il governo Meloni ha però finora manifestato contrarietà di principio nei confronti dei fondi comuni europei.

In merito alla revisione del PNRR operata dal governo attuale, evidenzia lo spostamento di risorse dai progetti dei Comuni a quelli promossi dallo Stato.

Sottolinea infine il ruolo che può assumere il PNRR, come scuola per insegnare alla Pubblica Amministrazione a spendere i fondi europei, terreno sul quale l’Italia è stata a lungo molto carente.

Interviene quindi Beatrice Covassi, parlamentare europea, membro della commissione di controllo sui bilanci e della commissione industria, ricerca ed energia. Apprezza del titolo del dibattito le due parole chiave: interventi strutturali e prospettiva condivisa. Il programma europeo NGEU si è prefissato due obiettivi condivisi in Europa: almeno il 37% delle risorse devono essere impegnate per la transizione ecologica (il Green Deal europeo) ed almeno il 20% sulla transizione digitale.

Questa visione rende gli interventi strutturali del NGEU diversi da quelli finanziati con i fondi europei ordinari. Il PNRR svolge quindi un ruolo di performance manager, deve insegnare, cioè, a “spendere su obiettivi”. L’Italia, sulla transizione ecologia, va bene, rispetto alla madia europea, sull’economia circolare – ricicla molto e trasforma i rifiuti – ma è indietro sulla produzione di energia da fonti rinnovabili; sulla transizione digitale il nostro paese è avanti per le infrastrutture telematiche, ma è indietro per l’informatizzazione della Pubblica Amministrazione ed anche per l’alfabetizzazione digitale della popolazione. Il PNRR deve aiutare a colmare queste lacune.

Il dibattito si è quindi aperto agli interventi dei partecipanti, alcuni dei quali centrati sul rifiuto dell’attuale maggioranza di aderire al MES e, già prima, ad accedere al “MES sanitario” che avrebbe potuto dare risorse (38 mld) alla sanità pubblica, indispensabile per tutelare le fasce più povere della popolazione.

Beatrice Covassi, concludendo, ha sottolineato che, nelle prossime elezioni, il terreno su cui si confrontano le famiglie politiche europee è la riforma del welfare, per la quale servono idee nuove: una nuova interpretazione del welfare che integri il concetto dell’interesse pubblico, come ha cominciato a fare il MES dopo la pandemia.
Sarà questo il terreno su cui discuterà la famiglia socialista al Congresso del PES, che si svolgerà a Roma il 1 e 2 marzo prossimo.

L’on. Roberto Morassut, previsto tra gli interventi, purtroppo era assente per impegni istituzionali non previsti al momento della programmazione del dibattito.