di Guido Laj

Chi compie ottant’anni in questi mesi è nato nel periodo peggiore della storia del Novecento: l’occupazione nazista della nostra città. Mussolini aveva portato l’Italia in guerra al fianco della Germania nazista il 10 giugno del 1940. Tre anni dopo, il 25 luglio 1943, il Re lo fece arrestare e lo sostituì con Badoglio. L’8 settembre, dopo ore tragicomiche in cui il governo italiano aveva sottoscritto l’Armistizio, ovvero la resa incondizionata, con gli Alleati ma voleva evitare di comunicarlo a Hitler, la notizia fu resa pubblica mentre nella notte il re e il capo del governo fuggivano di nascosto da Roma per raggiungere Brindisi.

In quelle ore a Porta San Paolo un gruppo di italiani valorosi prese le armi contro i nazisti e inaugurò la Resistenza italiana e romana. Militari, insegnanti, operai. Dai comunisti ai monarchici, passando per democristiani, liberali, azionisti, socialisti. Oppure semplicemente democratici e antifascisti. Uomini e donne, sia chiaro. Una delle staffette partigiane di quei mesi abitava in via Scarlatti 4 proprio di fronte alla nostra sede. Cittadini sconosciuti come Giuseppe Tomassoni o intellettuali straordinari come Leone Ginzburg o Eugenio Colorni sono stati assassinati dai nazisti per aver combattuto per la libertà e la democrazia.

Sono stati mesi terribili. Dal rastrellamento del Ghetto, il 16 ottobre 1943, alla Fosse Ardeatine, il 24 marzo 1944, fino alla Liberazione della città, il 4 giugno successivo. Esiste una vasta bibliografia su quei mesi e anche sugli episodi più terribili. Ci sono le lapidi e i monumenti. Ma da qualche anno c’è anche qualcos’altro.

Ci sono le pietre d’inciampo e i civici giusti. La drammatica storia di quei mesi ha prodotto il più gran numero di testimonianze visive di memoria che esista in città. Gran parte di queste testimonianze sono recenti. E questa è una bella notizia.

Le pietre d’inciampo sono state inventate da un artista tedesco, Gunter Demnig. L’iniziativa è partita a Colonia nel 1992 e ha portato a installare decine di migliaia di pietre in tutta Europa. Anche ai Parioli, anche nelle nostre strade. Ricordano coloro che sono stati presi e mandati a morire nei campi di sterminio nazifascisti. Soprattutto ebrei ma anche antifascisti e altri perseguitati.

I civici giusti invece sono stati inventati recentemente a Roma dall’Associazione “Mamma Roma e i suoi figli migliori”. Sono targhe apposte ai palazzi dove sono stati nascosti e salvati degli ebrei o dei perseguitati. Storie rimaste racchiuse per decenni nelle memorie familiari e che ora diventano pubbliche. Ci sono voluti quasi ottant’anni perché questo accadesse. Del resto Roma è l’unica capitale europea che non ha un Museo della Shoah. Adesso lo si sta costruendo a villa Torlonia ma intanto i decenni sono passati senza che nessuno lo realizzasse.

In Israele c’è il Giardino dei Giusti di Yad Vashem. Tra gli alberi sono riportati i nomi dei Giusti di tutti paesi del mondo: coloro che consapevolmente e senza chiedere nulla in cambio hanno rischiato la propria vita per salvare la vita degli ebrei.

In questi anni nel 2° municipio abbiamo realizzato molte passeggiate della Memoria tra pietre d’inciampo e civici giusti.  E ogni volta la partecipazione dei militanti e dei cittadini è stata superiore alle aspettative. Sono vicende che difficilmente riescono ad arrivare sui libri, ad essere raccontate dagli storici. Eppure hanno segnato per sempre la vita della città, nel bene e nel male.

In realtà c’è ancora moltissimo da studiare e da conoscere. Per ogni storia che torna alla luce ce ne sono tante altre ancora nascoste. Su questo sito https://ilcivicogiusto.com/ potete ascoltare le storie venute alla luce fino ad oggi. Potete anche scrivere per segnalare le storie che conoscete e che non sono ancora stare raccontate pubblicamente.

La Storia siamo noi cantava Francesco De Gregori. Ma la Storia esiste solo se qualcuno la scrive e o la racconta. Anche ottant’anni dopo. Che sembrano tanti ma forse non lo sono.