“PER NOI ‘LAVORO’ E ‘POVERO’ NON DEVONO PIÙ STARE NELLA STESSA FRASE”
(ELLY SCHLEIN)
E invece sono più di tre milioni le lavoratrici e i lavoratori che in Italia non guadagnano abbastanza per superare la soglia della povertà.
Per questo abbiamo costruito assieme alle altre opposizioni una proposta di salario minimo.
La nostra proposta vuole mettere fine ai contratti pirata, agli appalti e subappalti e alle esternalizzazioni finalizzate a cercare modi per pagare poco lavoratrici e lavoratori.
Come dice l’articolo 36 della Costituzione: la retribuzione deve essere proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e deve garantire libertà e dignità.
Per questo a ciascuna lavoratrice e ciascun lavoratore, in qualsiasi settore economico operi e con qualsiasi contratto, deve essere riconosciuto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative.
Per tutelare i settori più fragili e poveri del mondo del lavoro, dove è più debole il potere contrattuale delle organizzazioni delle lavoratrici e dei lavoratori, il trattamento economico minimo orario (la retribuzione di base, senza considerare mensilità aggiuntive, scatti di anzianità ecc.) non può mai essere inferiore a 9 euro all’ora.
E noi andiamo incontro ai 3,2 milioni di lavoratrici e di lavoratori che oggi hanno una retribuzione al di sotto di questa soglia.
Queste nuove regole non valgono solo per le lavoratrici e i lavoratori dipendenti, ma anche per i collaboratori, per i contratti di agenzia, e per molte altre lavoratrici e altri lavoratori autonomi. Perché anche nel lavoro autonomo esiste il lavoro povero, perché anche loro sono sfruttati quando la retribuzione non tiene conto di tutto il tempo necessario per le prestazioni che sono loro richieste.
Il salario minimo non resta fermo a 9 euro: una Commissione composta da rappresentanti istituzionali e delle parti sociali rappresentative valuterà annualmente il suo aggiornamento.
Il diritto alla retribuzione giusta sarà effettivo: il suo rispetto potrà essere ottenuto per via amministrativa, non sarà necessario imbarcarsi in processi costosi, lunghi, di esito incerto, basterà rivolgersi all’Ispettorato del Lavoro.
LA NOSTRA PROPOSTA UNITARIA RAFFORZA LA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA, FACENDOLA VALERE PER TUTTE LE LAVORATRICI E TUTTI I LAVORATORI DI UN SETTORE, E FISSA UN SALARIO MINIMO LEGALE SOTTO IL QUALE NON SI PUÒ SCENDERE.
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